+39 055 23 98 600

Cosa vedere

Una immersione nell'Arte, nella Cultura e nello Shopping. Questa parte del centro storico, il "quadrilate romano" è senza ombra di dubbio il più prestigioso e denso di contenuti storico artistici di ineguagliabile prestigio.
Nel raggio di 700 metri dal Garage Ponte Vecchio, avrete la possibilità di ammirare le più grandi opere realizzate dall'ingegno e dalla sensibilità di persone fuori dal comune che hanno dato lustro a Firenze e al mondo intero.
Il Duomo, Palazzo Vecchio, Palazzo Pitti, tutto facilmente, velocemente ed agevolmente raggiungibile.

Vi suggeriamo alcuni percorsi per scoprire e gustare al meglio questo impagabile patrimonio:

Per visitare il centro di Firenze e carpirne la sua bellezza, occorrerebbero delle settimane ...... e non avrete visto ancora tutto. La realizzazione di questi percorsi, è il frutto dell’esperienza e delle raffinate conoscenze della Dottoressa Caterina Romei, amica da una vita e donna di straordinaria preparazione e cultura. Sei percorsi studiati appositamente per scoprire il centro di Firenze; visite brevi o più strutturate, eventualmente da abbinare, per visitare la culla del Rinascimento senza il timore di dimenticare i luoghi più belli e suggestivi. Se desiderate ampliare le vostre conoscenze e farvi guidare in tours personalizzati e speciali, contattatela: caterinaromei6@gmail.com

Partendo dal Garage Ponte Vecchio si raggiunge in qualche minuto il famoso Ponte Vecchio, il ponte più antico della città, costruito dopo la terribile alluvione del 1333. Le botteghe orafe che impreziosiscono il ponte erano un tempo negozi di macellai e solo dopo il 1565, con la costruzione del Corridoio Vasariano, i macellai furono obbligati a lasciare il posto agli orafi. Il passaggio sovrastante le botteghe serviva infatti a collegare il palazzo dell’amministrazione pubblica del nuovo Granducato (Uffizi) con il nuovo palazzo che il duca Cosimo I de Medici, o meglio sua moglie Eleonora, aveva acquisito come nuova sede della famiglia: Palazzo Pitti. Il corridoio ancora collega i due palazzi e prende il nome dal suo costruttore: l’architetto Giorgio Vasari.
Attraversato il ponte si può girare a destra per percorrere il Lungarno e giungere in qualche minuto al piazzale degli Uffizi. L’enorme edificio, oggi museo famoso in tutto il mondo, fu in realtà costruito nel 1560 per riorganizzare l’amministrazione del nuovo granducato di Toscana, dato che Cosimo I de Medici aveva appena assoggettato tutte le città toscane sotto il suo dominio e stava per ricevere dal papa la corona granducale.
Dal piazzale degli Uffizi si vede già chiaramente la torre medievale del palazzo della Signoria, poi detto palazzo Vecchio, sede della Repubblica fiorentina dalla fine del 1200 e ancora oggi sede del Comune di Firenze, ma anche splendido museo. Il palazzo fu costruito dall’architetto Arnolfo di Cambio ed ingrandito nei secoli seguenti, soprattutto all’inizio della Signoria medicea, quando anche la piazza antistante fu trasformata in un museo a cielo aperto. Ancora oggi si possono ammirare le statue originali del Perseo del Cellini (1545) e del Ratto delle Sabine del Giambologna. Il David sulla piazza è invece una copia antica, mentre l’originale di Michelangelo si trova nella Galleria dell’Accademia.
Sul fondo della piazza si prende via Calzaioli per dirigerci verso il centro religioso della città: la piazza del Duomo. Iniziando intorno all’anno Mille e finendo alla metà del Quattrocento, i fiorentini hanno innalzato nella piazza i tre edifici religiosi simbolo della città: il Battistero di San Giovanni (iniziato nel 1000 e terminato alla fine del Duecento), la cattedrale di Santa Maria del Fiore (1294 – 1436) ed il campanile progettato da Giotto all’inizio del Trecento.
Se si ha tempo è vivamente consigliata una visita all’interno del Battistero , con i suoi splendidi mosaici ed una al Museo dell’Opera del Duomo che conserva le porte originali in bronzo dorato del Battistero, due delle quali capolavoro assoluto di Lorenzo Ghiberti, oltre a molti altri capolavori che un tempo si trovavano all’interno degli edifici religiosi.


Uscendo dal garage Ponte Vecchio si intravede dall’altro lato del fiume Arno il maestoso cortile degli Uffizi e più in fondo la torre del palazzo pubblico, detto anche palazzo della Signoria. Se ci dirigiamo dietro al centro politico di Firenze, arriviamo in via del Proconsolo e qui si erge un’altra torre merlata, quella del palazzo del Bargello, costruito nel 1255, come quartier generale del Capitano del Popolo e del Podestà, il palazzo divenne nel Cinquecento sede del Bargello (capo della polizia) e prigione. Alla fine dell’Ottocento, con l’unità d’Italia, il palazzo fu restaurato e divenne il primo museo nazionale, per ospitare sculture rinascimentali ma anche una vastissima collezione di Arti Minori arricchitasi successivamente con cospicue donazioni: avori, bronzetti, medaglie, stoffe, gioielli e mobili provenienti dall’intera area mediterranea, incluso il ricco mondo arabo. Tra le sculture opere di Michelangelo al terreno e Donatello al primo piano.
Uscendo dal Bargello si prosegue verso la balisica francescana di Santa Croce, il cosiddetto Pantheon d’Italia grazie alle molte tombe di italiani famosi che qui si trovano riunite: Michelangelo, Galileo, Machiavelli, Rossini, per citarne alcuni.
La chiesa è in stile gotico e fu iniziata da Arnolfo di Cambio nel 1294. All’interno si trovano ancora splendidi affreschi gotici di Giotto e la sua scuola, oltre al Crocifisso di Cimabue. Inclusi nel biglietto, la visita ai chiostri e ad altri ambienti del convento.


Partendo dal garage Ponte vecchio si attraversa l’omonimo ponte e si prosegua a diritto in via Por Santa Maria, strada che prende il nome dall’antica porta sud della città. Nonostante le mine naziste della seconda guerra mondiale, si vedono ancora alcune delle case torri medievali. In pochi minuti si raggiunge il Mercato Nuovo, meglio conosciuto come mercato della paglia o Porcellino, nome che deriva dalla fontana in bronzo di un cinghiale eseguita da Pietro Tacca nel ‘600, ma copia di un originale romano in marmo conservato nella galleria degli Uffizi. La tradizione vuole che, toccando il naso del porcellino e gettando una moneta nella fontana, si possa ritornare a Firenze.
Girando intorno al mercato si entra in via Porta Rossa e dopo qualche minuto si erge alla sinistra il palazzo Davanzati. Il palazzo risale alla metà del Trecento ed apparteneva in origine alla famiglia Davizzi, per poi passare ai Davanzati e cadere in stato di abbandono alla metà dell’Ottocento quando, grazie all’intuizione di un antiquario fiorentino, Elia Volpi, divenne museo e show room, accogliendo clienti da tutto il mondo. Dal 1910 il palazzo si è trasformato nel Museo della Casa Antica. La sua struttura segna il passaggio dalla casa torre medievale al palazzo rinascimentale, con la loggia al piano terreno usata come ufficio e bottega, mentre i piani superiori erano abitati dalla famiglia.
Prendendo la strada di fronte al palazzo e poi girando a destra si raggiunge piazza della Repubblica, originariamente centro del Castrum romano e sede del foro. Con l’unità d’Italia e con il passaggio da Firenze della capitale del paese, si decise sfortunatamente di “rinnovare” il centro storico, creando la piazza ed i palazzi che le stanno intorno. Al centro della piazza la colonna che segna il centro della Firenze romana. Girando a sinistra (per tornare verso l’Arno) si incontrano però degli edifici che non sono stati toccati dalle trasformazioni ottocentesche: il palagio dell’arte della lana, edificato all’inizio del Trecento e sede di una delle corporazioni più potenti della città, e la chiesa di Orsanmichele dietro ad esso. Le origini della chiesa risalgono ai longobardi, quindi all’8° secolo, che eressero un oratorio dedicato a San Michele (San Michele in orto). L’oratorio fu distrutto nel 1239 ed intorno al 1290 Arnolfo di Cambio edificò il mercato delle granaglie (questo spiega i piani superiori dell’edificio). L’edificio divenne anche luogo di culto, grazie ad una immagine della Vergine considerata miracolosa, immagine che bruciò in un incendio, che portò alla trasformazione dell’edificio in chiesa (il nuovo granaio fu edificato dietro il palazzo pubblico). Lungo tutto il perimetro esterno della chiesa vennero inseriti dei tabernacoli in marmo e all’interno di essi ogni Arte fu chiamata a far eseguire il proprio santo protettore: in marmo le arti minori, in bronzo le arti maggiori. Le statue di oggi sono copie e per ammirare le originali occorre visitare i piani superiori il lunedì. Le opere costituiscono un esempio dell’arte statuaria dalla fine del Trecento alla fine del Cinquecento. Vi lavorarono i più importanti artisti del Rinascimento: Donatello, Brunelleschi, Ghiberti, Giambologna e Verrocchio, solo per citarne alcuni. Molto vicino ad Orsanmichele si trova anche la cosiddetta Casa di Dante. In questo angolo medievale della città nacque infatti l’Alighieri nel 1265. La casa acquistata dal Comune è stata aperta come museo nel 1965.


Dal Garage ci dirigiamo verso il Ponte Vecchio e passiamo nella zona a nord del fiume, quella più antica dove sorse la Firenze romana nel I secolo a.C.
Passato il ponte ci accorgiamo che gli edifici vicino a noi sono moderni, ricostruiti infatti dopo la seconda guerra mondiale perché distrutti dalle bombe naziste. Appena ci inoltriamo però nella prima contrada a sinistra, Borgo SS.Apostoli, ecco che ci immergiamo nella Firenze medievale. Camminando col naso all’insù si ammirano infatti le case torri del 12° e 13° secolo, sede delle ricche famiglie fiorentine. All’ingresso della strada ecco la torre dei Baldovinetti e poi le case-torri dei Buondelmonti, collocati da Dante nel Paradiso della sua Commedia. Proseguendo si apre sulla sinistra una piazzetta, chiamata piazza del Limbo, dove nel primo Medioevo venivano sepolti i bambini non battezzati. Qui si erge la chiesa dei SS.Apostoli, risalente forse al tempo di Carlo Magno. Una semplice facciata romanica che corrisponde alla semplicità dell’interno, abbellita da un portale rinascimentale come alcune delle cappelle interne, decorate nel Rinascimento dalle famiglie degli Acciaiuoli e soprattutto degli Altoviti, il cui palazzo è attaccato alla chiesa e mostra lo stemma col cane rampante. Proseguendo per Borgo Ss. Apostoli si arriva alla colonna della giustizia, eretta nel 1570 per onorare la nomina di Cosimo I de Medici a granduca di Toscana. Alla nostra sinistra uno dei palazzi privati più antico della città: palazzo Spini- Feroni- Ferragamo, oggi sede della sezione design delle collezioni di moda del famoso brand. Il palazzo risale però alla fine del Duecento e possiede al suo interno splendidi affreschi barocchi. Di fronte ad esso la chiesa di SS.Trinita, che mostra la sua facciata rinascimentale creata da Buontalenti alla metà del Cinquecento, mentre al suo interno è visibile la semplicità del romanico accompagnata da splendidi affreschi del Trecento e Quattrocento. Tra tutte si evidenzia l’ultima cappella a destra nel transetto: la cappella Sassetti, affrescata dal Ghirlandaio negli anni 80 del Quattrocento con scene della vita di San Francesco. Francesco Sassetti fece dipingere sé stesso, sua moglie, la famiglia e gli amici confondendoli nelle storie della vita del santo. Francesco e la moglie Nera sono inginocchiati ai lati della pala d’altare ed i loro eleganti sarcofagi in porfido nero inseriti nei muri laterali della cappella.
Uscendo dalla chiesa e percorrendo via Tornabuoni verso nord, si incontrano molti altri palazzi rinascimentali, tra cui il maestoso palazzo Strozzi, iniziato intorno al 1486, oggi sede di interessanti mostre contemporanee. Alla fine della strada si erge il semplice ma elegante palazzo Antinori, ancora oggi proprietà della stessa famiglia e sede dei loro affari. Gli Antinori sono infatti produttori di vino dalla metà del Trecento e sono ad oggi i maggiori proprietari di terreni coltivati a vite del mondo. All’interno del palazzo si può degustare la produzione nella raffinata Cantinetta Antinori. Prendendo la strada a sinistra del palazzo si arriva in pochi minuti nella piazza di Santa Maria Novella dove si erge l’omonima chiesa. La Basilica di Santa Maria Novella fu iniziata alla fine del Duecento e divenne uno dei monasteri più importanti della città e centro culturale affidato ai padri domenicani. La maestosa facciata venne eretta nella seconda metà del Quattrocento da Leon Battista Alberti e venne commissionata dal ricco banchiere e studioso Giovanni Rucellai. Il suo nome e la data spiccano in latino nella parte alta della facciata stessa a dimostrazione del ruolo che i Rucellai occupavano nella società fiorentina. La chiesa ed il suo convento ospitano oggi uno splendido museo con opere di Giotto, Masaccio, Ghirlandaio e Paolo Uccello. Uscendo dalla chiesa e prendendo via della Scala, si arriva inoltre alla Farmacia di Santa Maria Novella, gestita oggi da privati, ma nata come Officina del convento per la produzione di medicinali, profumi e liquori. La produzione si basa ancora oggi sulle ricette originali. (entrata libera)


A pochi minuti di distanza dal garage Ponte Vecchio si erge il maestoso palazzo Pitti, costruito per il banchiere Luca Pitti alla metà del Quattrocento ed ingrandito in epoche successive sia dalla famiglia Medici che dai Lorena https://it.wikipedia.org/wiki/Casato_di_Lorena.
Il palazzo venne acquistato intorno al 1555 da Eleonora di Toledo, consorte del duca Cosimo I, che volle che i propri figli fossero dotati di una residenza idonea al loro rango. Fu proprio Eleonora che chiamò i primi architetti per ingrandire il palazzo e creare il giardino alle sue spalle. Il palazzo passò ai Lorena quando la dinastia medicea si estinse e successivamente ai Savoia che vi abitarono fino agli anni 20 del Novecento. L’interno del palazzo è suddiviso in diversi musei. Conviene cominciare dal piano terreno e dal tesoro mediceo, ospitato nell’appartamento estivo di Ferdinando II Medici, che lo volle riccamente affrescato alla metà del Seicento. Ricchi affreschi decorano anche i soffitti della galleria Palatina al primo piano, oltre ai quali possiamo ammirare dipinti di Raffaello, Tiziano e Rubens, per citarne solo i più famosi. Nel palazzo è possibile anche visitare la Galleria d’arte Moderna al secondo piano, ricca di pittori dell’Ottocento e primo Novecento italiano, tra cui spicca il gruppo dei Macchiaioli e il museo del Costume, primo museo italiano ad occuparsi di moda. Con un altro biglietto si può entrare nel giardino di Boboli, con le sue grotte, le fontane e l’anfiteatro. Dal giardino di Boboli, utilizzando lo stesso biglietto, si può effettuare anche la visita del giardino Bardini, donato allo stato da un famoso antiquario fiorentino, che offre uno dei panorami più belli della città.
Firenze divenne la capitale d’Italia per sei anni, dal 3 febbraio 1865 al 3 febbraio 1871. Palazzo Vecchio accolse la Camera dei Deputati (nel salone dei Cinquecento) e il Ministero degli esteri; gli Uffizi il Senato del Regno; Palazzo Medici Riccardi la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’interno.
Il Re Vittorio Emanuele II di Savoia, scelse come ambienti privati del Palazzo Pitti il lato della Meridiana, che consentiva libertà di movimento e anche riservatezza durante le uscite e le entrate dall’edificio.
Da piazza Pitti si entra nello Sdrucciolo di Pitti (sdrucciolo in toscano significa: stradina in discesa con pericolo di scivolare) per arrivare, sempre andando dritti, a piazza Santo Spirito, una piazza rumorosa, piena di vita e di locali, molto amata dai fiorentini. Qui si erge la Basilica di Santo Spirito con la sua semplice facciata bianca. Si tratta di una delle chiese rinascimentali fiorentine che meglio ha preservato quel carattere di semplicità, austerità e rigore matematico, anche se il progetto del Brunelleschi fu in parte cambiato in fase di costruzione. Il museo al lato della chiesa ospita il Crocifisso ligneo, opera giovanile di Michelangelo, che proprio nel convento veniva a dissezionare cadaveri all’età di 15 anni.
Sul lato opposto alla chiesa si prende a destra per proseguire verso piazza del Carmine, dove si erge l’omonima chiesa. La Basilica del Carmine è una delle cinque grandi chiese fiorentine iniziate a fine del Duecento, ma fu parzialmente distrutta da un incendio nel 1700. La decorazione interna risale infatti alla ricostruzione settecentesca, tranne che la cappella Brancacci (per la visita si entra a destra della chiesa). Capolavoro di Masaccio e Masolino, la cappella fu iniziata nel 1424 e mai portata a termine a causa dell’esilio inflitto al suo committente. Nonostante questo gli affreschi furono preservati con gran cura nei secoli quali testimonianza della pittura del primo Rinascimento caratterizzata da grande realismo e dall’uso perfetto della prospettiva matematica


Il centro storico di Firenze è costellato da molteplici di opportunità per lo shopping: dalle irripetibili attività artigianali, alle griffe universali della moda. Sarebbe impossibile descrivere anche a grandi linee le particolari ed uniche opportunità per acquisti di articoli che sono l'espressione di tradizioni anche centenarie di una eccellenza tipicamente fiorentina, oppure delle più elevate ed eccelse espressioni della moda mondiale, oppure di vere opere d'arte della tradizione orafa fiorentina, degna erede dell'estro di Benvenuto Cellini.
Le botteghe orafe incorniciano il Ponte Vecchio; pietre preziose, oro, gioielli finemente lavorati, sono il primo impatto visivo della porta di ingresso più splendida (in tutti i sensi) che vi permette di entrare nel cuore della vecchia Firenze. Poi c'è solo l'imbarazzo della scelta, via Tornabuoni costellata da tutto quello che rappresenta l'alta moda mondiale,
via dei Calzaiuoli,
via Por S. Maria,
via Calimala,
via Roma e tutte le strade e stradine che le collegano, sono costellate ed impreziosite da attività per tutte le esigenze. L'altra cosa che rende unica questa esperienza è l'alternarsi di negozi, botteghe e attività artigianali in una atmosfera di museo all'aperto nel quale si passa con estrema disinvoltura dall'immagine di un monumento a quella di una vetrina sfarzosa e ricercata.